Bologna, IT
Palazzo Poggi
A Scientific Encounter: The Complex
Museo di Palazzo Poggi, via Zamboni 33, Bologna
Una collaborazione tra la Newcastle University e il Museo di Palazzo Poggi – Sistema Museale di Ateneo, Università di Bologna, co-curata da Gino Gianuizzi e Wolfgang Weileder
10 giugno – 31 agosto 2025
Artisti in mostra: Aurelio Andrighetto (IT), Sergia Avveduti (IT), Irene Brown (GB), David Casini (IT), Silvia Cini (IT), Gianluca Codeghini (IT), CuoghiCorsello (IT), Garry Doherty (GB), Amy Dover (GB), Elpida Hadzi-Vasileva (MK/GB), Daniel Laskarin (CA), Janet Laurence (AU), Claudia Losi (IT), M+M (DE/LU), Dörte Meyer (DE), Maurizio Mercuri (IT), Stéphanie Nava (FR), Giancarlo Norese (IT), Marco Pace (IT), Jasmine Reif (DE/GB), Eva Sauer (IT/DE), Albrecht Schäfer (DE), Francesco Voltolina (IT), Wolfgang Weileder (DE/GB), Alberto Zanazzo (IT)
Nel 1986, ancora studente a Brera, fui invitato da Tommaso Trini a partecipare alla 42ª Biennale di Venezia, sul tema "Arte e Scienza", nell'ambito di MIDA, un progetto collettivo sviluppato insieme ad altri giovani artisti e ricercatori. Prefigurando una nascente "pratica figurativa dello scrivere", andando "oltre la scrittura fonetica", quella ricerca sembrava anticipare un pensiero globale in grado di "eludere il primato alfanumerico" per consegnarsi, forse incoscientemente, a una comunicazione fatta di sole immagini.
Dipinti, disegni, progetti editoriali e questa moneta sono la testimonianza di quel progetto.
A Scientific Encounter: The Complex esplora le intersezioni tra patrimonio culturale e scientifico, concentrandosi sul concetto di "Complesso" — un termine coniato da Luigi Ferdinando Marsili (Bologna, 1658–1730). Poliedrico scienziato, accademico, diplomatico e generale, Marsili fondò a Bologna l’Istituto delle Scienze e delle Arti Liberali, ospitato a Palazzo Poggi dal 1711. Il prestigio iniziale dell’Istituto è sottolineato dall’incorporazione nel 1714 dell’Accademia degli Inquieti, che lo trasformò nell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna.
Questa istituzione comprendeva un centro educativo, un museo scientifico e l’Accademia di Belle Arti. La visione di Marsili del "Complesso" promuoveva l’innovazione attraverso la collaborazione, il dibattito e la sperimentazione tra scienza e arte. Accostando opere di artisti internazionalmente riconosciuti a reperti delle collezioni museali, la mostra reinterpreta il rapporto storico tra arte e scienza. Interroga come le collezioni storiche – che spaziano dall’anatomia, all’ottica, alla chimica, alla geografia, alla scienza nautica, alla fisica e all’astronomia – possano essere rilette attraverso il coinvolgimento di artisti contemporanei, espandendo al contempo la pratica artistica grazie all’incontro con questi oggetti.
Il progetto mira a rivalutare l’intreccio e il disgiungimento storico tra arte e scienze naturali e a stimolare l’interesse del pubblico verso le collezioni scientifiche museali, commissionando ad artisti contemporanei opere che ne evidenzino il patrimonio condiviso si propone di esaminare l’“agency” degli oggetti, come questi siano in grado di plasmare la comprensione umana, attingendo a metodologie dell’antropologia della scienza (es. le teorie di Bruno Latour).
L’esposizione non è didattica: le opere contemporanee non si subordinano né si limitano a completare le collezioni del Museo di Palazzo Poggi. Al contrario, vi intervengono in modo dinamico dialogando o contrapponendosi agli oggetti esposti (fossili, strumenti scientifici, modelli di fortezze, cere anatomiche). Il percorso museale – che abbraccia geografia, scienza nautica, architettura militare, fisica, storia naturale, chimica, anatomia umana, ostetricia e la collezione naturalistica di Ulisse Aldrovandi – diventa un luogo di libero dialogo, dove gli interventi artistici sollevano domande, sfidano presupposti e offrono visioni alternative.
A Scientific Encounter: The Complex reinterpreta gli oggetti scientifici storici come catalizzatori di nuovi modi di vedere e pensare, utilizzando l’immaginazione artistica per svelarne significati latenti e contestare narrazioni lineari/teleologiche del progresso scientifico. Funge anche da "specchietto retrovisore" sull’evoluzione del sapere, riflettendo i cambiamenti nella cultura materiale e abbracciando una svolta filosofica che ridefinisce le relazioni soggetto-oggetto, rivitalizzando il ruolo della cultura materiale nelle scienze naturali.
Attraverso una prospettiva orientata agli oggetti, gli artisti liberano il potenziale nascosto di queste collezioni, ricontestualizzandole per il dibattito contemporaneo.
I curatori
Gino Gianuizzi è ricercatore indipendente e insegna Progettazione di Interventi Urbani e Spaziali all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Wolfgang Weileder è artista e Professore di Scultura Contemporanea nei corsi di Belle Arti della Newcastle University. Dirige il seminario di dottorato in Belle Arti e coordina gli scambi internazionali del dipartimento.
La mostra estende il progetto di ricerca A Scientific Encounter: On Inter-Objectivity (2017, Facoltà di Medicina dell’Università di Montpellier), una collaborazione tra Newcastle University, École Supérieure des Beaux-Arts de Montpellier e l’Università di Montpellier.
Organizzata da
Museo di Palazzo Poggi – Sistema Museale di Ateneo | Università di Bologna School of Arts and Cultures – Newcastle University
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